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MASCHILE E FEMMINILE SACRI. Riconoscersi nell’energia femminile non ha genere.

Riconoscersi nell’energia femminile non ha genere.

È uomo e donna allo stesso tempo.

La Shakti vive in ognuno di noi.

Andare controcorrente in un mondo orientato al maschile significa cambiare qualità e attitudine.

Significa tornare in connessione con i ritmi della terra, con la ciclicità, il sentire, il ricettivo.

È un’energia presente sia negli uomini che nelle donne.

È flusso, riposo, oscurità, essere.

Il femminile sta chiamando tutti, uomini e donne, per ribilanciare un disequilibrio, una polarizzazione costruita attorno a un’identificazione nel maschile insano.

Patriarcato o matriarcato sono solo forme d’identità per l’ego.

Oltre tutto questo c’è la vita, c’è il mistero.

È una qualità dolce, inclusiva, che non conosce separazione.

Maschile e femminile sono energie indivisibili e complementari, vive dentro di noi.

Una non può esistere senza l’altra.

Il principio maschile è insito in quello femminile, e viceversa.

Quando lavoriamo su uno, tocchiamo inevitabilmente anche l’altro.

Non esiste un vero lavoro sul femminile che non comprenda anche il maschile.

Le polarizzazioni sono solo sbilanciamenti.

Ci incarniamo in corpi con caratteristiche più femminili o più maschili, ma dentro ognuno ci sono elementi dell’altra parte.

Come il clitoride nelle donne, o i capezzoli negli uomini.

Nel guardare le energie universali, il genere diventa secondario.

Tutto si crea attraverso la complementarietà di queste due forze.

Associando agli elementi:

• fuoco e aria sono maschili,

• terra e acqua femminili.

Tutti e quattro vivono nel nostro corpo: come fluidi, energia, respiro.

• Il fuoco nei genitali,

• l’acqua delle emozioni nel cuore,

• l’aria del pensiero nella mente,

• la terra nella materia del corpo.

Il nostro corpo è composto degli stessi elementi della Terra.

Tentare di uniformare queste due energie o di farne prevalere una sull’altra è semplicemente stupido.

Forze che vanno oltre l’umano muovono – e continueranno a muovere – la danza della vita, la creazione, la manifestazione.

Attraverso queste due energie: maschile e femminile, oscurità e luce, quiete e azione.

Ognuno di noi le possiede entrambe, con tutte le loro sfumature.

Sono forze complementari.

Pensare a modelli di patriarcato o matriarcato come forme di dominio umano è riduttivo.

Serve onorare il maschile nelle sue qualità sane e sagge, integrandole senza cadere di nuovo nella polarizzazione.

Il femminismo ha avuto un ruolo prezioso: una rottura necessaria.

Ma oggi non serve più parlare solo di femminismo, bensì di unione.

La rabbia generata da generazioni di repressione e sottomissione aveva bisogno di esplodere.

Il movimento femminista ha dato voce a quella liberazione, ristabilendo un primo equilibrio.

Ma nel tempo, molte donne hanno preso a modello un maschile insano in cui siamo cresciute: prestazione, competizione, dominio.

Possiamo fare meglio.

Nel mentre, ripulendo gli spazi confusi che abbiamo creato, molti uomini stanno riscoprendo la dea che li abita.

Il loro femminile interiore.

Senza paura, vergogna o colpa per ciò che i loro padri o nonni hanno adottato – spesso per ignoranza – abusando di un maschile distorto.

Riappropriarsi del sentire, per un uomo, significa imparare a gestire l’emozionalità.

Permettersi di essere emotivo e contenere ciò che prova, senza sfociare nella violenza.

Ma questo è solo un passaggio.

Non dobbiamo temere il maschile,

ma ripulire le ferite che ha creato in uomini e donne,

e restituirgli la sua sacralità.

Oggi molti uomini si stanno polarizzando nel femminile,

perché fa male riconoscere quanto è stato fatto nel nome di un maschile distorto.

Ma ripulendo la paura e il senso di colpa, possiamo andare oltre la castrazione, e ritrovarci integri.

Gestire la rabbia del femminile e la paura del maschile è un cammino che possiamo fare insieme, per mano.

Attraversando e comprendendoci, nell’essere entrambi feriti da ciò che abbiamo creato.

Uguaglianza non significa appiattimento: non siamo uguali.

Ma possiamo accogliere le nostre diversità complementari, così ricche, così emozionanti.

Quando includo logica e sentire, e lascio che si incontrino,

che facciano l’amore dentro di me,

apro il raggio dell’intuizione.

La magia interiore.

Lascio che queste energie si uniscano nel cuore, che si fondano,

che diventino Uno.

Che si trasformino in interezza.

di Olga Canavesio


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